Hebreo y arameo

La lingua ebraica biblica, quella in cui è scritto l’Antico Testamento, non era più parlata all’epoca di Gesù; veniva comunemente usata nella liturgia sinagogale del sabato anche se ben pochi potevano comprenderla pienamente. Questa era la lingua letteraria conosciuta e capita solo dal ceto colto.
Contemporaneamente vi era una variante più “popolare” della stessa lingua ebraica (la cosiddetta “lingua dei saggi” o “ebraico rabbinico”) caratterizzata da forme meno complesse e da un periodare più semplice. Questo secondo tipo di ebraico continuò ad essere parlato a Gerusalemme e in qualche altro centro minore della Palestina fin verso il 200 d.C. Questo ebraico è quello che si sente parlare nel film. Gesù usa questa lingua nella citazione libera del Salmo 31,5 (che si discosta di poco dalla lingua del testo biblico): “Padre sorgi in mio aiuto (qùmah be-ezratì), liberami dalla rete che mi hanno teso” (cfr. anche Sal 35,7 e Sal 140); anche la preghiera che segue è in ebraico ed è anch’essa motivata dai Salmi. Subito dopo l’arresto di Gesù al Getsemani segue un dialogo in ebraico fra la madre di Gesù e Maria Maddalena. Questo dialogo, tratto alla lettera dalla celebrazione pasquale ebraica, anche se in maniera anacronistica, è di sicuro effetto: mah nishtannah ha-laylah ha-zeh mi-kol ha-leylot “in che cosa è diversa questa notte da tutte le altre notti?”. Questa domanda e la risposta che segue sono nell’ebraico dell’epoca; l’uso della coniugazione Nitpael, tipica di questo strato linguistico, ce lo testimonia chiaramente.
Accanto alla lingua ebraica vi era un’altra lingua – la aramaica – che la affiancava già da alcuni secoli. Questa lingua era la lingua familiare che parlava il popolo in molti villaggi e cittadine della Palestina in particolare al nord (Nazareth, Cafarnao, ecc.) dove Gesù fu educato, crebbe e trascorse la maggior parte della sua vita. Anche al di fuori dei confini di questa regione era parlata e capita.

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