Si può vivere due settimane senza internet? [Se puede vivir dos semanas sin internet?]

Desidero iniziare il mio intervento parlando della mia esperienza personale. Proprio in questo periodo sono stato impossibilitato ad usare il mio terminale a causa di problemi tecnici. Sono sempre stato un convinto assertore della tesi della non fondamentale importanza del computer nella vita di una persona normale. Invece questa esprienza mi ha sicuramente fatto tornare sulle mie posizioni: per verificare le date degli appelli d’esame,orari dei treni,ecc…ho dovuto ripiegare su aiuti di miei parenti e conoscenti.
Tutto questo è per dire che al giorno d’ oggi anche per le persone comuni e disinteressate all’informatica, l’uso e la competenza specifica di questa è utile. Al contrario sono ancora convinto della non importanza per un umanista (quale mi accingo a diventare) di competenze multimediali particolari(se non per banalità come quelle accennate sopra). Credo che siano proprio le evoluzioni tecnologiche ad aver diminuito drasticamente il prestigio di filosofi, letterati, … nella società odierna. Personalmente le ritengo quasi un ‘nemico’. Cosa avrebbe cambiato a Socrate o ad Aristotele per la formulazione delle loro concezioni e teorie la competenza informatica?In fondo loro, poi, non dovevano neanche prendere il treno…
Internet e la tecnologia in generale hanno sicuramente molti aspetti positivi non trascurabili che tutti sappiamo; ma la mia preoccupazione è che questo fenomeno vada poi a soppraffare l’uomo stesso rendendolo assolutamente dipendente da ciò che è stato inventato per migliorare le proprie condizioni di vita. Per spiegare meglio questo concetto, ricorro ad un esempio, anch’esso molto banale: il cellulare che è diventato un elemento insostituibile nelle odierne società avanzate. Ma solo fino a quindici anni fa questo strumento era a disposizione di pochi, pochissimi eletti; e si viveva tanto peggio prima? Eravamo in uno stato primitivo? Certo, come le altre tecnologie ha degli aspetti positvi come detto prima ma ora sembra che non si possa esistere senza di esso. Il fatto è che secondo me si tende a creare dei miti che poi finiscono per renderci schiavi.
Dal mio punto di vista siamo giunti ad un punto di non ritorno, siamo inseriti in una catena che difficilmente verrà spezzata. E l’umanista,purtroppo, non può fare altro che inserirsi ed adattarsi in questo contesto tecnologico, così tanto alieno da lui stesso.

Posted by Paolo Cappelletti

Mi traducción libre:

Se puede vivir dos semanas sin internet?

Deseo comenzar mis intervenciones hablando de mi experiencia personal. A causa de problemas técnicos en este periodo he estado imposibilitado de usar mi terminal. Siempre he sido un acérrimo defensor de la tesis de la importancia no fundamental de la computadora en la vida de una persona normal. Pero esta experiencia ha hecho cambiar mi posición al respecto: para verificar los datos de los resultados de exámenes, horarios de trenes, etc.... he tenido qué solicitar la ayuda de mis padres y conocidos. Es decir que al día de hoy y para las personas comunes y desinteresadas de la informática, el uso y la destreza específica en la misma es útil. Y al contrario, estoy ahora convencido de que para un humanista (lo que pretendo ser) no es importante el poseer alguna habilidad multimedia particular (fuera de banalidades como aquellas que he mencionado arriba). Creo que esta misma evolución tecnológica ha hecho disminuir drásticamente el prestigio de filósofos, literatos... en la sociedád actual. Personalmente la tengo casi como un 'enemigo'. Qué habría cambiado en Sócrates o Aristóteles en la formulación de sus palabras, concepciones y teorías la habilidad informática? En el fondo, podemos decir que ellos no se preocupaban de perder el tren...
El internet es la tecnología que, en general, seguramente tiene muchos aspectos positivos no inadvertidos que todos conocemos, mas mi preocupación es que este fenómeno pueda sobrepasar al hombre mismo volviéndolo dependiente absoluto de lo que ha estado inventado para mejorar sus propias condiciones de vida. Para explicar mejor este concepto, recurro a un ejemplo, quizá banal: el celular que se ha vuelto un elemento insustituible en el acontecer de la sociedad avanzada. Hace sólo quice años este era un instrumento a disposición de pocos, poquísimos elegidos; ¿y acaso se vivía entonces peor? ¿Estábamos en un estado más primitivo? Cierto, como otras tecnologías tiene aspectos positivos aunque hoy día pareciera que no podríamos existir sin ellos. El hecho es que, según me parece, se tiende a crear un mito del que podemos volvernos esclavos. Desde mi punto de vista estamos llegando a un punto sin retorno, estamos insertos en una cadena que difícilmente podrá romperse. Y el humanista sobre todo, no puede hacer otra cosa que insertarse y adaptarse en este contexto tecnológico, aunque sea tan ajeno a él mismo.

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